Nuovi limiti di esposizione a gas Radon , abbassati i limiti da 400 a 300 Bq/mc
Il 17/01/2014 è stata pubblicata sulla gazzetta ufficiale Europea la Direttiva 2013/59/Euratom che rivoluziona il campo delle radiazioni ionizzati ed in particolare del Radon. In particolare, l’Italia entro il 06/02/2018 dovrà emanare delle disposizioni nazionali che attuino tali indicazioni europee. La Direttiva 2013/59/Euratom stabilisce nuovi limiti per le concentrazioni di Radon (300 Bq/mc) e per le radiazioni emesse da materiali da costruzione. Nella premessa n.22 della Direttiva è riportata una indicazione sul motivo per il quale sia stato modificato il precedente limite di riferimento di concentrazione di Radon da 400 Bq/mc a 300 Bq/mc :
Premessa 22
“Recenti risultati epidemiologici ottenuti da studi residenziali dimostrano un aumento statisticamente significativo del rischio di carcinoma polmonare correlato all’esposizione prolungata al radon in ambienti chiusi a livelli dell’ordine di 100 Bq/mc . Il nuovo approccio delle situazioni di esposizione permette di inglobare le disposizioni della raccomandazione 90/143/Euratom della Commissione nelle prescrizioni vincolanti delle norme fondamentali di sicurezza, lasciando un sufficiente margine di flessibilità per l’attuazione.”
Dove si trova il gas Radon
Il Radon si trova generalmente allo stato gassoso ed è circa otto volte più pesante dell’aria (questo spiega perché tende ad accumularsi negli ambienti chiusi ovvero sotterranei). E’ moderatamente solubile in acqua e perciò può essere assorbito in essa quando questa circola attraverso rocce o sabbie che lo contengono. La sua solubilità dipende dalla temperatura dell’acqua: a 20°C la solubilità è di 0,25 (questo dimostra come il Radon sia distribuito in aria piuttosto che in acqua, nel rapporto di 4 a 1. E’ un pericolo naturale al quale tutti, in maniera diversificata in relazione ai luoghi ed alle abitudini di vita, siamo esposti. E’ inodore ed incolore, ed è prodotto dal decadimento radioattivo del radio, generato a sua volta dal decadimento dell’uranio. L’uranio è una sostanza radioattiva naturale presente nelle rocce, soprattutto in quelle granitiche, fin dal tempo della loro formazione.
Dalla nascita del Radon dal radio, alla sua morte (con conseguente origine dei prodotti di decadimento detti figli del Radon), passano alcuni giorni, e questo tempo è sufficiente a far si che il Radon risalga anche decine di metri di profondità (soprattutto falde acquifere) e vada ad accumularsi negli ambienti chiusi (abitazioni, luoghi di lavoro); Tale gas riesce ad entrare nelle abitazioni attraverso le fessure, anche microscopiche, presenti nei pavimenti o nei passaggi dei servizi idraulici, sanitari, elettrici, e vi si accumula.
Tecniche di mitigazione impiegate
Le tecniche di mitigazione impiegate nel caso di ambienti con elevate concentrazioni di Radon sono molteplici, spesso di impiego combinato al crescere della presenza dell’inquinante. E» possibile procedere ad una semplificata classificazione in:
- Tecniche di ventilazione naturale (cambiare spesso l’aria)
- Ventilazione forzata
- Soluzioni rivolte all’attacco dell’edificio a terra (essendo il terreno la fonte primaria di Radon) quali la depressurizzazione attiva del vespaio, la sigillatura di fessure, l’isolamento dell’edificio dal terreno.